Questo è il capitolo della storia della nostra Società più arduo da affrontare perché affonda nella notte dei tempi; la documentazione è abbastanza scarsa e la memoria vacilla.

Tutto ebbe origine nel 1971 quando la Commissione Italiana Hockey su Prato (in quel periodo non esisteva una federazione dell’hockey prato autonoma ma solo una commissione all’interno della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio; solo nel 1973 si ebbe la F.I.H.s.P. e nel 1984 la definitiva F.I.H.) chiese ed ottenne dal Comune di Riva di poter utilizzare il campo Benecense per la disputa delle finali del campionato femminile di serie A. Queste si disputarono in maggio e furono invitati ad assistervi da parte di Franco Giagulli, dirigente del Villafranca e Consigliere Federale, due personaggi del mondo sportivo rivano: Lino Benoni, decatleta e nazionale di bob, e Marco Monte, giornalista sportivo dell’Adige. Ai due il nuovo sport piacque e furono mandati ad impararlo ad uno stage tenuto all’Acquacetosa a Roma dall’allora allenatore della nazionale tedesca, il famoso Udo Budinger.

I due tornarono in patria pieni di entusiasmo e si diedero subito da fare nel tentativo di creare qualche cosa anche qua in riva al Garda. Correttamente cercarono dapprima di mettere in piedi una struttura societaria; si rivolsero a vari personaggi dell’ambiente sportivo rivano e da subito manifestò vivo interesse Giuseppe Risatti (il papà di Cristiano), atleta di tante discipline in gioventù (atletica, tennis, vela) e già Presidente della gloriosa Fraglia della Vela. Con lui alla Presidenza gettarono le basi della nuova struttura societaria Claudio Negri, Renzo Prati, Carlo Modena, Marco Monte, Cristiano Risatti oltre ai due capostipiti Monte e Benoni. L’Hockey Club Riva nacque ufficialmente il 25 agosto con la stesura dello Statuto e la prima affiliazione alla Federazione; come colori sociali si scelsero il giallo ed il nero.

Su invito da Roma, la nuova Società si gettò subito al lavoro per organizzare a Riva un torneo internazionale femminile con le nazionali della Cecoslovacchia, della Francia sud, dell’Italia nord e dell’Italia centro-sud. Il torneo si tenne al campo Benacense dall’8 al 10 ottobre ed ottenne un grande successo.

Si predispose un bellissimo opuscolo con il programma della manifestazione, illustrato in copertina dal bravo pittore rivano Germano Alberti. Fra le varie iniziative una serata danzante presso il dancing ‘Apres Club’ con elezione tra le atlete presenti della reginetta.

Il servizio alla stadio era curato dai dirigenti e dai primi atleti della nuova società.

Il nuovo direttivo accanto all’impegno per il torneo internazionale, si diede da fare per creare una squadra di giocatori ai quali insegnare il nuovo sport. Ci si rivolse all’inizio all’ambiente familiare per molti degli iniziatori e cioè ai frequentatori del Bar Italia. La scelta non fu proprio azzeccatissima dal momento che per quasi tutti quei personaggi gli unici sport praticati erano il trisac ed il ramino pokerato (i più sportivi arrivavano a giocare a boccette). Per fortuna entrarono nel gruppo anche persone esterne all’ambiente del bar e qualcuno con esperienze in altri sport (atletica, basket,…).

La passione era tanta ed il gruppo subito molto numeroso (25-30 persone) però con scarsa predisposizione sportiva e soprattutto di età ormai avanzata per iniziare una nuova pratica sportiva (età tra i 23 ed i 26 anni). Nonostante tutto ci si sforzò di apprendere i fondamentali e le regole girovagando su vari campi per gli allenamenti fatti inizialmente quasi solo la domenica mattina. Per intercessione del parroco, si andò perfino sul campo di Dro dove le palline si confondevano per forma, dimensione e colore con i tanti sassi presenti sul terreno.

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I primi allenamenti sul campo di Dro; sopra da sinistra il Presidente Giuseppe Risatti, Enrico Boscaini,
Franco Miorelli, Claudio Galvagni, Claudio Negri, Vigilio Policante, Paolo Rigatti, Cristiano, Rino Tedeschi,
Roberto Polidoro, Osvaldo Dongilli, Memo Lutteri; sotto Giuseppe Endlicher, Ricky Betta, Bruno Bassetti,
Marco Monte, Lucio Parolini, Paolo Stefani, Sergio Martini.

Oltre alle persone immortalate nella foto scattata sul campo parrocchiale di Dro, si ricordano Lino Benoni, Rene’ Marchi, Franco Biatel, Tom Piccini, Roberto Polidoro, Enzo Girardi; successivamente si aggiunsero Nino Grazioli, Nello Giordani, Giuseppe Sorbara. Ce ne furono molti altri di cui però al momento si è persa la memoria.

Il 1972 fu l’anno dell’esordio della squadra rivana in competizioni ufficiali; ci si iscrisse al campionato di serie C che allora si disputava in poche partite tra marzo e giugno. Il Comune stranamente ci concedeva la possibilità di giocare sul bellissimo campo Benacense che era un vero gioiello rispetto agli altri campi in cui disputavamo le partite esterne. Si incontrarono: Valeggio (0-1 0-2), Bassano d/G (1-3 0-3), Cus Padova (1-4 0-3), Montecchio (0-1 1-0), Bondeno (0-3). Come si può dedurre dai risultati (8 sconfitte ed una vittoria), la squadra non era sicuramente vincente ma sopperiva alla carenza di tecnica con notevoli dosi di grinta e di animosità; soprattutto dalle parti della difesa si poteva sentire l’invito che si trasmettevano i nostri terzini: ‘cavel su’ che stava a significare ‘toglilo fuori, estirpalo, annientalo’, riferito ovviamente all’avversario che si avventurava nella zona di competenza. Sicuramente perse molte partite ma mai andò incontro a tracolli anche contro avversari di ben altri valore e tradizione.

Di quel periodo si ricordano ancora le ore passate a segnare il campo col gesso per poi cancellare con le scope le righe alla fine della partita per non far arrabbiare i dirigenti della S.S.Benacense che ci avrebbero volentieri fatti buttar fuori dal ‘loro’ campo. Si ricordano anche gli stage di preparazione fatti a Padaro (sopra Arco) con abbondanti libagioni ed allegre bevute.

Nell’agosto di quell’anno si organizzò anche un torneo internazionale al quale presero parte la squadra austriaca dell’H.C.Wels oltre al Villafranca ed al Rovigo. In semifinale perdemmo dal Wels (0-2) ma superanno nella finale per la terza piazza il Rovigo (2-1) che giocava in una categoria superiore alla nostra.

Si ritornò la visita agli amici di Wels (cittadina austriaca sulla strada per Vienna) disputando due partite (ovviamente entrambe perse) una a Wels ed una a Passau, appena oltre il confine con la Germania. Di simpatico e divertente un episodio verificatosi nel primo incontro: stiamo perdendo e, nonostante la più buona volontà, non riusciamo a segnare; il Presidente della squadra austriaca, un anzianotto un attimo sovrappeso, resosi conto della nostra frustrazione, conquistata una palla nella sua area difensiva, tirò una cannonata nella sua porta lasciando esterrefatto il suo portiere e regalandoci la rete della bandiera.

Come si può notare dalle precedenti note, sin da subito l’H.C.Riva cercò di allacciare frequenti rapporti con Società d’Oltralpe ed in pochi anni il torneo che veniva organizzato in estate assunse una rilevanza internazionale e sempre più squadre chiedevano di venire in riva al Garda per giocare e fare un po’ di vacanza.

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I gagliardetti di alcune squadre d’Oltralpe ospiti in riva al Garda.

Il 1973 vide l’abbandono di alcuni fedeli del Bar Italia validamente sostituiti da altri bravi atleti che rimarranno per tanti anni fedeli ai colori sociali. Dopo un paio di amichevoli con la squadra di Lusia, un paesino vicino a Rovigo, si partecipò ancora alla serie C con avversarie Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza (0-1 2-1), El Oro di Trieste (0-1 1-0), C.U.S. Padova (2-4 1-1), H.C.Trieste (1-6 1-2), SAI Trieste (1-1). Si può evidenziare qualche miglioramento se accanto a 4 sconfitte ci sono 2 vittorie e 2 pareggi; rilevante è anche il fatto che ci fu ancora concesso l’utilizzo del Benacense. Da notare la presenza nel nostro girone di tre squadre triestine il che comportò tre pesanti trasferte con la prospettiva, in caso di maltempo, di giocare su un terreno veramente infame.

In giugno si organizzò ai primi di giugno il secondo torneo internazionale al quale parteciparono l’H.C.Passau (Germania), l’H.C.Strassenbahn Wien (Austria) ed il Villafranca. Iniziavano a manifestarsi i primi problemi per il campo tanto che si dovettero disputare le semifinali a Varone (le finali si tennero invece al Benacense). Affrontammo il Passau col quale perdemmo solo ai rigori; la finale per il terzo posto con il Villafranca finì in parità anche dopo i tiri di rigore.

Ai primi di agosto ci vennero a trovare gli amici di Wels con i quali disputammo un paio di partite. Nei giorni 8 e 9 settembre partecipammo ad un torneo a Montecchio Maggiore dove prendemmo 5 sberle dal Cus Torino, 3 dal Montecchio, 2 dal Villafranca ed una dal Rovigo. Il 9 pomeriggio, al massimo dello stakanovismo, ci spostammo a Villafranca per un torneo 6 contro 6 su un campo all’aperto di cemento; avversarie Villafranca e C.U.S.Padova.

Terzo campionato di serie C nel 1974 con Rizzoli Verona (1-2 3-1), SAI Trieste (0-3 0-2), H.C.Lusia (0-1 2-0), H.C.Rovigo (2-1 0-0), El Oro Trieste (0-0). In aprile fu nostro ospite il Rosenheim (cittadina vicino a Monaco); giocammo due incontri (1-2 4-6) per la prima volta sul campo di Rione Degasperi (vicino alla chiesa). Ai primi di giugno restituimmo la visita partecipando al loro torneo con Bad Kreuznach (0-1), Goettingen (0-2) e Rosenheim (0-2 e 0-0).

In conclusione di stagione, in settembre organizzammo il nostro annuale torneo internazionale sul campo della Pineta di Fiavè. Il torneo era all’italiana: perdemmo con il Rosenheim (2-3) e con il Villafranca (0-1) ma superammo il Rovigo (1-0) piazzandoci al terzo posto.

Con la fine del 1974 terminiamo questo pagina di storia dedicata alle origini remote della nostra Società. Terminiamo qua perché ormai il periodo pionieristico si può considerare concluso e l’H.C.Riva ha acquisito una sua posizione, se pur ancora relativamente piccola, nel mondo dell’hockey. La squadra gioca ora con la solita grinta ma anche con una discreta tecnica. Soprattutto stanno crescendo i giovanissimi del vivaio che nel giro di pochissimi anni tante soddisfazioni daranno alla Società. Sempre nel giro di pochi anni quegli stessi giovani, dotati loro si di una grande tecnica, subentreranno ai senatori che pian piano abbandoneranno la scena.

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